Se la tradizione della “prosa in prosa” è un’inavvertita e insospettabile storia di sovversioni, questi Prati di Andrea Inglese ne rappresentano un capitolo importante e decisivo, tutto spinto sul pedale dell’ironia, e tutto teso a esibire la colonizzazione ideologica del linguaggio quotidiano – a testimonianza del fatto che la scrittura è registrazione della finitudine dell’uomo a partire da mezzi potenzialmente infiniti.
Obbedendo a questa consapevolezza, i prati si fanno allora allegoria della riduzione dell’eterogeneo della vita al denominatore unico della mercantilizzazione dell’immaginario. Libro profondamente politico, con Prati si ride in una chiave che coniuga Ponge e Balestrini, e dove letteralismo e ironia si combinano per corredarsi di un ulteriore complemento iconico, a mo’ di sberleffo burchiellesco: le foto che l’autore scatta a una serie di prati, indecifrabili nella loro nudità. Una Grande Jatte 4.0, dove realismo e deformazione diventano l’esito di un mondo indistinguibile dalla propria satira.
Andrea Inglese
Prati (Extended Version)
Roma
Tic Edizioni
2025
112 p.
18 cm
(UltraChapbooks, 12)
ISBN 9788898960835
15 €