Le prosette (amorali) di questa raccolta, organizzate secondo un principio di slittamento tematico e formale, tentano la ricerca di una via d’uscita: dalla soggettività, esplorata attraverso l’escussione di quei pidocchi del linguaggio che sono i pronomi; dalla letterarietà – interrogata da un linguaggio capace di evocare la tradizione per aggredirla; dalla narratività («la speranza [...] che a forza di raccontare questo non sia un racconto»).
È una fuga da ciò che zavorra la testualità, all’insegna di una scrittura di straordinario buon gusto fin nelle minime giunzioni, e capace di muovere al riso: con dietro il miglior Wilcock, Manganelli, gli esperimenti più outrés di poesia di ricerca.
Ne nasce un’opera fatta di scherzi che, per trovare la via della fine, non fa altro che iniziare, guidata da un pensiero della soglia tutto scatti e corse in avanti. Ma se a ogni pagina è un nuovo inizio, immersi in questi scritti liminari continuamente dispersi verso direzioni imprevedibili, di cominciamento in cominciamento, ci si ritrova a leggere un macrotesto che non si riesce a chiudere e si vorrebbe non finisse mai.
Carlo Sperduti
Spostamenti
Roma
Tic Edizioni
2024
118 p.
18 cm
(Amuleto, 6)
ISBN 9788898960767
12 €