La sequenza di facce cui ha dato vita Enrico Pantani è un formidabile esempio di art brut. Tra Jean Dubuffet ed Enrico Baj, il suo segno raw si incide nella memoria, creando una incongrua sensazione di déjà-vu. Tuttavia, a poco a poco si insinua un sospetto: e cioè che il grottesco e la serialità con cui questo quaderno di volti è costruito trasformino lo sberleffo che attraversava i suoi illustri progenitori in un atto di acre rivolta. Non solo quindi dada e patafisica: ma in un certo senso, longhianamente, «grottesco per disperazione formale». Ecco, ironia, umorismo, sarcasmo non sono che il fondo di un gioco troppo serio, dove un segno così greve finisce per costituire una manifestazione viscerale di odio e amore: odio e amore pari solo alla delusione dell’autore nel notare che gli uomini del suo tempo non sono all’altezza delle sue aspettative.
Enrico Pantani Faces
Roma
Tic Edizioni
2024
64 p. / 58 illustrazioni
18 cm
(Elastica, 2)
ISBN 9788898960910
15 €