A quale tradizione si può ricollegare un libro così anomalo per la cultura letteraria italiana come Indumenti contro le donne di Anne Boyer? Forse solo a quella tradizione dominata da frammentismo, saggismo e metascrittura, in cui eccellono Anne Carson (The Albertine Workout) e Maggie Nelson (Bluets). Una tradizione basata sulla commistione tra registro argomentativo, prescrittivo e privato/diaristico, in cui, di colpo, e con la massima naturalezza, ci si trova al di là del problema del lirismo, dell’autenticità e della bella scrittura, per misurarsi invece con un’inarrestabile volontà di comprendere la vita attuale nella sua datità e nelle sue infime, infinite articolazioni.
Coerente quasi fino all’incoerenza, solo un’autrice come Anne Boyer poteva coniugare uno sguardo tanto acuminato e crudele al sentimento classico della pietas: perché, in fondo, ruminare sulle contraddizioni del reale significa edificare un nuovo modo di vedere il mondo, e, di fatto, una nuova lingua poetica.
Traduzione di June Scialpi.
Anne Boyer
Indumenti contro le donne
Roma
Tic Edizioni
2025
128 p.
18 cm
(UltraChapbooks, 14)
ISBN 9788898960866
15 €