È da Silvia Tripodi, enfant terrible dell’area di ricerca della letteratura italiana, che viene uno dei libri più problematici, inaspettati e innovativi di questi anni.
Le ragioni di questa capacità di innovare sono presto spiegate: rivitalizzando la tradizione della prosa d’arte attraverso la “prosa in prosa”, Tripodi produce un testo creativo che è un frammento di teoria della letteratura. Risponde alla domanda: perché la letteratura fatica così tanto a restituire in prosa o versi il momento storico che stiamo attraversando?
Tripodi ci riesce, attraverso il confronto con molti mondi estetici, cinema e arte, in primis. Riesce a costruire il suo totem, fatto di metatestualità e letteralismo: una risposta in prosa alla poetica del non-senso che anima oggi il discorso mediatico collettivo.
Se c’è una vera letteratura del virus che può cambiare la nostra visione dell’oggetto-libro, questo testo può esserne un campione tra i più efficaci. Se c’è una letteratura del virus che può cambiare la nostra visione del mondo, affidiamoci a quella sottile forma di straniamento con cui, di preterizione in preterizione, Tripodi ci parla del virus dichiarando di non farlo: è il solo modo di essere all’altezza dei tempi.
Silvia Tripodi
Totem
Roma
Tic Edizioni
2022
128 p.
18 cm
(UltraChapbooks, 5)
ISBN 9788898960583
15 €